Le leggi della robotica nel fumetto "La Legge Zero"
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Da quando, alla scuola primaria (che ai miei tempi si chiamava elementare), ho imparato a leggere nutro una smisurata passione per i fumetti, una forma di comunicazione molto speciale che unisce l'arte del disegno alla narrazione letteraria.
Una delle collane che ritengo più interessanti nel panorama attuale è "Le Storie" di Sergio Bonelli Editore, un appuntamento mensile che attendo con grande curiosità.
Proprio oggi ho finito di gustare il numero più recente della serie intitolato "La Legge zero", una storia intrigante che l'editore introduce come un'incontro a sorpresa tra Agatha Christie ed Isaac Asimov.
Considerando il fatto che Asimov è il mio scrittore di fantascienza preferito e che sui sui romanzi visionari del Ciclo della Fondazione ho passato nottate insonni ai tempi dell'Università, capirete la gioia che ho provato nel leggere il redazionale di presentazione della Storia.
Nella narrazione si toccano con mano gli effetti delle Leggi della Robotica, introdotte proprio da Asimov tra gli anni '40 e '50 del secolo scorso nella raccolta di racconti "Io Robot" e si riflette su quali conseguenze potranno avere l'avvento della Robotica e dell'Intelligenza Artificiale sull'attuale struttura sociale.
Queste sono le tre Leggi originarie, che nella pratica sono ancora oggi di difficile applicazione:
Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Rispettando questi precetti l'Intelligenza Artificiale che anima i Robot risulterebbe sicura per gli esseri umani perché in nessun caso l'automa potrebbe far del male all'uomo agendo nel perimetro descritto da tali vincoli.
L'ambizione umana sembra però ci conduca sulla via della ricerca di un'intelligenza che si avvicini molto alla nostra, l'uomo forse vuole assomigliare a Dio, e punta a dar vita ad un "figlio artificiale" che si comporti con la nostra stessa disinvoltura, libero da vincoli eccessivi, una creatura dotata di libero arbitrio.
Di questo si parla nel fumetto, nella trama costruita sull'incontro di due generi letterari, quello giallo e quello fantascientifico, si vive una storia dove le tre leggi della robotica vengono abolite e lasciano lo spazio alla sola Legge Zero, introdotta sempre da Asimov nel racconto "Conflitto Evitabile".
La Legge Zero, che nell'organizzazione originale di Asimov soprassiede alle altre tre, recita così:
Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno.
Eccoci alla svolta.
Introducendo il concetto più ampio di Umanità, un Robot può anche recare danno ad un singolo essere umano affrancandosi in questo modo dai rigidi vincoli previsti dalle tre leggi ed acquisendo il potere decisionale del Libero Arbitrio.
Quali conseguenze può avere questa decisione?
"Cosa significa poter decidere delle proprie azioni?"
Chiede il Robot vincolato dalle tre leggi al nuovo automa dotato di libero arbitrio.
"Nella mia esperienza significa soprattutto sbagliare, e pentirsene nove volte su dieci"
Una storia che viene da un futuro probabilmente più vicino di quanto vogliamo credere, una storia che interroga il lettore sui temi dell'etica, dell'innovazione, della libertà e della paura, sì proprio della paura, perché ci pone davanti agli occhi i possibili complicati effetti di avere, oltre a noi esseri umani, anche un "essere artificiale" dotato di libero arbitrio.
Un fumetto che consiglio di leggere.