Perché nel marketing NON si può NON comunicare
Pubblicato da Simone Mabellini in Comunicazione · 28 Marzo 2019
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Immagina di trovarti in un locale, seduto ad un tavolo, da solo.
Stai aspettando una persona con la quale hai fissato un appuntamento.
Stai aspettando da molto tempo, troppo tempo.
All’inizio hai riempito l’attesa ascoltando divertito la ricerca di equilibrio tra la musica di sottofondo e le voci provenienti dalle persone in sala, hai apprezzato i profumi giungere dal bar e ti sei lasciato coccolare dal titolare del locale che ti ha convinto ad ordinare da bere per riempire il tempo di questo inaspettato intervallo.
Adesso però stai centellinando l'ultimo sorso, sei proprio agli sgoccioli del bicchiere, del tempo e della pazienza.
Senti che la tua temperatura corporea sta salendo, le tempie pulsano, non ti senti tranquillo, sembra che nel locale ci siano mille gradi ed il sottofondo musicale misto alle voci non è più così piacevole.
Una goccia di sudore scivola dalla fronte, giù fino al collo, è il segnale definitivo, non vuoi più aspettare.
⚠️ Una situazione non bella.
⚠️ Una sensazione non bella.
⚠️ Una mancanza di rispetto non bella.
Tutto questo sta entrando automaticamente nel faldone cognitivo dedicato alla persona che stai aspettando, un individuo che non sta certamente guadagnando punti in suo favore.
Quanto correttore servirà per cancellare i tratti rossi con cui hai sottolineato il nome di chi ti ha tirato questa sola?
Bene, adesso che ti sei messo nei panni di chi aspetta, puoi capire molto meglio cosa comunichi quando non rispetti un appuntamento preso con un tuo Cliente.