Perché gli esseri umani hanno sviluppato la Resilienza
Pubblicato da Simone Mabellini in Performance · 27 Marzo 2020
Tempo di lettura: 5 minuti

Sei forte come un leone!
WOW!
Come ti sentiresti se qualcuno ti rivolgesse un complimento di questo tipo?
A me, solo immaginandolo, sale una vibrante sensazione di sicurezza e forza.
Mi si dilatano i polmoni sotto la spinta di un largo e profondo respiro!
Che splendida sensazione!
Sentirsi paragonati al leone, The King, fa un certo effetto!
In effetti, il leone un certo effetto lo fa.
Uno tra i predatori più grandi del pianeta, è il più grande in assoluto in tutto il continente africano.
Il leone maschio raggiunge una lunghezza tra i 170 e 250 cm, coda esclusa, per un peso che oscilla tra i 150 ed i 250 kg.
Un leone è un essere impavido e possente.
Sale sugli alberi, si lancia nel vuoto, nuota, corre fino a raggiungere i 75 km orari bruciando cento metri in 5 secondi. Spicca balzi poderosi per avventarsi sulle sue prede che non hanno alcuna possibilità di fuga.
La preda soccombe, inesorabilmente, trafitta da un letale morso sul collo.
Parliamoci chiaro, credi veramente di poter essere forte come un leone?
Credi veramente di poter concentrare una potenza simile in pochi attimi?
Ma dai! Credi veramente in questo slogan da motivatori della domenica?
NON sei forte come un leone!
Nella savana africana saresti una facile preda!
Immaginati disarmato, a piedi nudi, sulla rossa, polverosa, terra africana.
Quanto rapidamente si stanno stringendo i tuoi polmoni?
Quanto ti si curvano verso il basso le spalle?
Quanto ti senti forte in questo momento?
Ok... ci siamo capiti?
Adesso riprenditi un attimo.
Fai un bel respiro profondo, gonfia i polmoni e tira indietro le spalle, alza le braccia in alto e rivolgi lo sguardo al cielo.
Va meglio. Se ti serve ripeti l'esercizio fino a quando ti sentirai meglio.
Riprendiamo il filo del discorso.
Nel raccontarti le caratteristiche fisiche del leone c'è un particolare che ho trascurato, fin'ora.
Il leone è forte, agile e veloce ma... non resiste agli sforzi.
La velocità di attacco fulminea del leone non può essere mantenuta oltre il tempo di un rapido scatto.
Questa è una delle differenze che fanno la differenza tra un leone ed un essere umano.
Un leone è forte. Un essere umano è resistente.
La resistenza degli esseri umani affonda le sue radici direttamente nel lontano Pleistocene, 2 milioni di anni fa.
L'alternarsi di glaciazioni e periodi di maggior caldo ridusse l'estensione delle foreste.
Presto gli ominidi si ritrovarono in ambienti poco adatti alle loro caratteristiche da raccoglitori di frutta.
I nostri antenati decisero di sopravvivere alle avversità!
Da raccoglitori si trasformarsi in cacciatori, in carnivori.
Entrarono in competizione con i grandi predatori per la conquista delle stesse prede.
Senza i canini appuntiti, senza gli artigli, senza la velocità, senza la forza dei veri predatori carnivori.
Come riuscirono a sopravvivere in queste condizioni?
Tenendo duro.
Tutte le prede dei nostri antenati erano più veloci dei cacciatori umani.
Antilopi e gazzelle erano decisamente più veloci di un ominide del Pleistocene.
Considerando che due milioni di anni fa non erano disponibili armi per la caccia a distanza, le cose si complicarono notevolmente.

Soluzione?
Inventarono la caccia persistente.
Sulla breve distanza l'antilope è più veloce di un ominide ma un ominide può far leva sulla straordinaria resistenza che esprime sulle lunghe distanze.
I nostri antenati catturavano le loro prede per sfinimento.
Le inseguivano, le braccavano, fino a causare un collasso del sistema nervoso per ipertermia.
La caccia terminava con la morte della preda e la sua conseguente cattura per la gioia di tutta la tribù.
Grazie all'assenza di peli e alla presenza di sviluppate ghiandole sudoripare l'ominide era in grado di regolare la propria temperatura interna, mentre la preda, appesantita dal pelo, scoppiava letteralmente a causa del surriscaldamento interno prodotto dal battente sole africano.
Dopo alcune ore di inseguimento la cena era assicurata.
Siamo sopravvissuti e siamo più forti dei leoni solo grazie all'assenza di peli e alla nostra spiccata attitudine a sudare?
Certo che no, accanto alla fisiologia anche lo sviluppo di nuove capacità psicologiche e mentali ebbe un peso rilevante.
La caccia persistente sviluppò nei nostri antenati la capacità di resistere al dolore fisico, di concentrarsi, di portare pazienza, di rialzarsi, di ripartire, di mettersi in gioco anche quando l'obiettivo era lontano, irraggiungibile, differito nel tempo e nello spazio, in una parola, sviluppò RESILIENZA.
La caccia persistente sviluppò la Resilienza Umana
La nostra inadeguatezza fisica ci ha spinti a valorizzare le nostre debolezze innescando una catena evolutiva che ci ha resi psicologicamente e mentalmente più forti dei predatori "professionisti" nostri concorrenti.
Se fossimo come leoni saremmo molto più fragili.
PS lo so che è la leonessa a cacciare :)
* Fonti & Approfondimenti:
Questo articolo prende ispirazione dal libro: